I have to admit being pretty stressed about today, having never seen an alpaca being shorn (or should that be sheared?). I looked info up online and so knew that they were shorn lying down with their front and back legs tethered to stop them moving and to actually calm them, and to be frank, it all sounded a bit traumatic.
John being an alpaca ready for shearing (truly)
Garry pretending to shear John’s armpit! What a dad!
The shearers, a brilliant father and son team, Gary and John Naish from Oakview Alpacas in Gloucestershire soon put me at my ease. John lay down and pretended to be an alpaca while John tied him up, so that they could show me the process. And they agreed I could take a picture as long as it was for an alpaca website, as clearly there is room for some misinterpretation here! The great thing about John and Garry is that they breed alpacas thenselves and treat them with the greatest respect and kindness. You could immediately tell from the way they were with the alpacas that they cared about the wellbeing of the animals and were not interested in getting through “x per hour”.
Diana the huacaya was the first to be shorn
And so Diana, being the matriarch was first. I haltered her, led her to the rubber shearing mat which had been placed between two big trees and then Garry and John took over, laying her down, tethering her feet and soothing her. Hilary from ZarZa Alpacas, who had helped organise everything was there to guide me through what I should be doing – putting the top grade “blanket” fleece in one bag, seconds in another and the other stuff (which could be stuffing for cushions etc) in a third bag, plus a sample in an envelope for analysis.
Diana made a few little mewing kind of sounds but was otherwise quite calm. They did her nails and teeth and then, a couple of kilos lighter, she went back to her “house” and her curious companions.
Emilia was fine as she went through the same process. I was quite calm myself by now, as I realised it wasn’t distressing them and probably felt quite nice to get all that fleece off!
It’s Suri Time
I had a feeling Champagne the big suri would act up and she did. She didn’t want to leave the shelter and John and Garry ended up carrying her. I gave her some Rescue Remedy which made her rear up – not supposed to do that, but maybe it was a delayed effect! I nearly drank the bottle myself! Once she was lying tethered she was absolutely fine, and she too made the little mewing sounds but that was it.
Finally class comic Nicola the suri was done. She was beautifully behaved, little bit of squeaking, but otherwise exemplary behaviour. Afterwards she was so happy she went and danced in her water bowl, which I have never seen her do before!
Naked alpacas – very cute
So now they are done, to much relief all round. Hilary told me to expect to be shocked at how thin and weird they would look, even though they are all scoring a good 3 out of 5 on the “fatness scale”. In fact they look rather nice like this I think.
Now I have to decide what to do with the lovely bags of fleece!Ero piuttosto ansiosa per oggi, perché non avevo mai assistito alla tosatura di un alpaca. Ho visto qualche video online e quindi sapevo che la tosatura avviene con l’animale steso a terra con le zampe anteriori e posteriori legate, in modo che non si muovano e restino calmi. Onestamente mi è sembrata una procedura un po’ traumatica.
Come si fa la tosatura degli alpaca!
I tosatori, un’ottima squadra composta da padre e figlio, Gary e John Naish dalla Oakview Alpacas nel Gloucestershire, mi hanno per fortuna subito rincuorata. Uno dei due si sdraiava a terra, fingendo di essere un alpaca, mentre l’altro lo legava, in modo da mostrarmi come funziona il processo. La cosa ottima di John e Garry è che essi stessi sono allevatori e trattano gli alpaca con il massimo rispetto e la massima gentilezza. Si vedeva chiaramente, dal modo in cui stavano tra gli alpaca, che a loro sta a cuore il benessere di questi animali e non erano più di tanto interessati a fare “x all’ora”.
Diana, la matriarca, è la prima. Le metto la museruola, la conduco verso il materassino in gomma posto tra due grandi alberi, e da qui, Garry e John prendono il controllo della situazione, mettendola a sdraiare, legandole i piedi e tenendola calma. Anche Hilary, che mi aveva aiutato a organizzare la cosa, è presente e aiuta nell’operazione mettendo il manto di prima scelta in un sacco, le seconde scelte in un altro, e il resto (che comunque poteva funzionare come imbottitura per cuscini, ecc.) in una terza sacca. In più, un piccolo campione in una busta per effettuare delle analisi.
Diana ogni tanto lancia dei versi simili a miagolii, ma per il resto è piuttosto calma. Le fanno anche le unghie e i denti e infine, un paio di chili più leggera, se ne torna a casa tra le sue compagne incuriosite.
Diana, l’alpaca huacaya era la prima
Anche con Emilia va tutto bene, e il processo si ripete alla stessa maniera. Io stessa sono ora piuttosto calma, avendo capito che gli animali non soffrono e anzi, forse trovano anche piacevole liberarsi di tutta quella lana!
Ora tocca ai suri
Avevo il sospetto che Champagne avrebbe creato problemi e così è stato. Non vuole allontanarsi dal rifugio e John e Garry sono costretti a portarla. Io le do un po’ di rescue remedy e lei si impenna. Non dovrebbe fare questo effetto, ma forse l’effetto è ritardato! Per poco non ingurgito tutta la bottiglia io stessa! Ma una volta legata, sta assolutamente bene, e anche lei fa quei piccoli versi come miagolii, ma per il resto tutto bene.
Finiamo con la piccola, simpatica suri, Nicola. Si comporta benissimo, solo un po’ di squittii, ma per il resto un comportamento esemplare. Dopo la tosatura è così contenta che se ne va nella sua vaschetta a danzare e saltellare, una cosa che non le avevo mai visto fare!
Adesso abbiamo finito, e tutti sono sollevati. Mi aspettavo di rimanere scioccata dal loro aspetto esile, anche se tutte segnavano un punteggio da 3 a 5 nella “scala del grasso”. Invece mi sembrano tutte piuttosto carine.
Adesso devo decidere cosa fare con tutti questi bei sacchi di lana!